venerdì 20 marzo 2009
Gattuso: "A Napoli sarà difficile, c'è Donadoni"
«Se il Milan avesse affrontato il Manchester, l'avrebbe superato...». Rino Gattuso stuzzica l'Inter, fuori dalla Champions League, eliminata dai Red Devils. «Nella partita secca noi possiamo ottenere risultati imprevedibili- dice il centrocampista del Milan, a margine della presentazione del progetto per la costruzione di un campo da calcio nella sua Calabria- Per noi comunque adesso è importantissimo tornare in Champions, un anno di Coppa Uefa è stato pesante». Importantissimo per tradizione e prestigio, certo. Ma anche per le finanze del club. Specie in tempo di crisi. Di fronte alla quale Gattuso non si tira indietro. «In periodi così io sono favorevole all'eventuale riduzione dell'ingaggio. Ne ho già parlato con Galliani. Se la società mi chiederà una riduzione io sono pronto». Ritorno in Champions necessario, dunque. E, per evitare i preliminari, c'è da consolidare il terzo posto vincendo domenica a Napoli. «Sarà molto difficile per noi. A complicare i nostri piani ci si è messo anche l'arrivo di Donadoni, ma se vinciamo ipotechiamo il terzo posto. Per noi è un obiettivo importante». Ma non basta tornarci, in Champions. Il Milan è chiamato a rivincerla. E serve adeguare la rosa. «Se smette Maldini e se a Favalli non viene rinnovato il contratto, oltre a Thiago Silva serve un altro difensore», sottolinea Gattuso. A chiudere, le sue condizioni: «Martens non mi autorizza a tornare in campo prima di cinque mesi dall'infortunio- sorride- quindi se ne parla a maggio». Napoli-Milan, un vuoto dal passato. «A marzo senza traguardi», la traduzione in un presente depresso di un passato di storia pallonara. Un decennio di sfide a cavallo degli Anni 90, un glorioso elenco di testa a testa tra Maradona e gli olandesi, tra Bianchi e Sacchi, di scudetti conquistati per una monetina in testa, o per rimonte al limite dell'illazione («Se lo sono venduti»). E i nomi tornano sempre come un riverbero infinito della sfida, ma sono, appunto, solo un aggiornamento in tono minore. Perchè Napoli-Milan, domenica sera, rischia, in mancanza d'altro, di rimbalzare sui giornali come il duello Ancelotti-Donadoni. Generazione Sacchi al potere, i suoi pupilli contro. Uno, allenatore in campo di quel Milan e primo discepolo a seguire il maestro: fu il suo vice in Nazionale ai Mondiali del '94, poi si mise in proprio. L'altro - riferisce l'agenzia Dire -, «prodotto» sacchiano pure lui, ma clone caratteriale di Ottavio Bianchi, bergamasco chiuso e rigido, dalla provincia alla Nazionale, ad una capitale del pallone. In C1 al Lecco, settembre 2001, Donadoni vedeva già lontano: «Il calcio è il prato. Il resto, il brutto, il commercio, i soldi facili sono il male necessario, però isolabile. Penso a mister Trapattoni».
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