giovedì 23 aprile 2009

Donadoni vota per Palladino

22 Aprile 2009 -- Napoli è: la cartolina da spedirsi per tenere incollata sulla parete della stanza è il poster della propria giovinezza, è l’adolescenza vissuta dentro a un sogno, è vibrazione allo stato puro, brividi che percorrono la schiena di Raffaele Palladino ad ogni estate, ad ogni mercato. Accadde due anni fa, ma stava veramente per accadere un anno fa, quando Enrico Preziosi chiese ad Aurelio De Laurentiis di evitare aste dannose, scucì 6 milioni di euro e prese il talento trascinato da Donadoni in Nazionale. Un anno dopo, rieccolo a voi, con la sua faccia da ragazzo perbene, con i suoi dribbling da fantasista pura, con un’identità restituitagli da Gasperini e da quel Genoa della meraviglie e con Donadoni ora su una panchina, dunque potenziale corteggiatore. Un anno dopo, al di là della logica, c’è di nuovo la volontà del Napoli di provarci a reclutare quel talento sinora espresso a corrente alternata e metterlo al servizio d’un tridente che Donadoni intende rinnovare per due terzi, partendo però proprio da quel gioiellino sgrezzato a Livorno e guidato per mano sino al club Italia. Palladino è il primo esterno offensivo d’attacco della lista dell’ex Ct, è il funambolo tutti guizzi e inventiva da sistemare sull’estremità opposta a quella di Lavezzi seguito in maniera insistente dalla Juventus, tandem genialoide al servizi di Sergio Floccari, il bomber individuato per la doppia cifra.

Si tratta - Il mercato è di là da venire ma il Napoli è in fase embrionale da sabato sera, il giorno in cui a mezzanotte è stata fatta scattare l’ora X in un ristorante di Cagliari, presenti De Laurentiis, Marino e Donadoni. Le priorità: l’attacco. Floccari è già stato allertato e i sondaggi inducono all’ottimismo, nonostante la concorrenza e una valutazione che spinge oltre i dieci milioni di euro: con l’Atalanta, a giugno, si parlerà anche di Garics, destinato a divenire materia di trattativa, avendo l’austriaco le caratteristiche idonee per fungere da quarto di destra del 4-3-3. Floccari più Palladino più Lavezzi, un mix di esuberanza tecnica e di perfidia per dare profondità al progetto.

Regia - D’Agostino è il cervello pulsante sul quale il Napoli s’è orientato: tentazione fortissima, da sottrarre a qualche amatore dell’ultima ora che viene avvicinato al play-maker friulano. Le gerarchie del ruolo sono chiarissime e D’Agostino rimane saldamente il principe cui affidare il centrocampo del futuro. Esistono, poi, le soluzioni alternative, cui ricorrere in caso di complicazioni: Cigarini e Daniele Conti hanno caratteristiche idonee per le esigenze del Napoli e, pur restano un passo dietro, costituiscono obiettivi di richiamo e d’attenzione.

Difesa - La ristrutturazione a trecentosessanta gradi non risparmierà la difesa, da irrobustire con un centrale di spessore e con due fluidificanti ( si chiamavano così una volta) utili per il sistema di gioco. A destra, c’è spazio anche per Zuniga del Siena, con il quale andrà discussa la comproprietà di Calaiò: l’appuntamento per i prossimi giorni con Calleri, manager del colobiano, è stato confermato dal procuratore: « Mi incontrerò presto con i dirigenti azzurri » . Non ci saranno appuntamenti con l’Inter, al di fuori del san Paolo: Gargano, ch’era seguito da Tarcisio Burgnich, osservatore della benamata, e che dalla roccia era stato apprezzato, resta fuori da ogni prospettiva nerazzura. Colpa dell’incidente ma anche dell’incedibilità: il progetto-Napoli è in fase d’espansione.

Nessun commento:


ARCHIVIO NOTIZIE